Loy

Il pesciolino d’oro
(Fratelli Grimm e Aleksandr Pushkin)
C’era una volta un povero pescatore, che abitava con sua moglie in una capanna sulla spiaggia. Un bel giorno uscì a pescare, perché in casa non c’era più niente da mangiare.
Purtroppo, la pesca non fu fortunata: la prima volta che tirò su la rete, pescò un vecchio scarpone. La seconda volta tirò su alghe e fango. La terza volta, infine, prese un pesce, ma era minuscolo. Il pesciolino lo scongiurò: “Lasciami andare! Io sono il pesciolino d’oro, posso esaudire qualunque desiderio che esprimerai”. Il pescatore sciolse la rete e liberò il pesciolino: “Ti avrei liberato comunque, sei così piccolo. E poi, ho già tutto quel che mi serve per vivere bene”.
Il pesciolino si allontanò nuotando: “Grazie, sei un uomo saggio! Ma se ti dovesse mai servire qualcosa, fai un fischio e io arriverò”. Il pescatore tornò a casa e raccontò alla moglie del pesciolino d’oro. La donna lo rimproverò: “Che sciocco! Viviamo in una capanna. Avresti potuto chiedergli di costruire per noi un palazzo di mattoni, con un tetto come si deve. Anzi, vai a chiederglielo”.
Il pescatore, per evitare di sentire i capricci della moglie, tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino con un fischio: “A me non servirebbe, ma mia moglie ha chiesto un palazzo”.
“Non preoccuparti” - rispose il pesciolino - “torna a casa e scoprirai che ho già esaudito il tuo desiderio”. Il pescatore tornò a casa e al posto della sua capanna trovò un palazzo meraviglioso.
Ma la quiete non durò a lungo: dopo qualche giorno, la moglie cominciò a insistere: “Non mi va di essere una sempliciotta; chiedi a quel pesciolino di trasformarmi in una nobildonna”. E il pescatore, per evitare i capricci, andò in riva al mare e chiamò il pesciolino, spiegandogli il desiderio della moglie e chiedendogli di esaudirlo.
Quando tornò a casa, trovò un palazzo con servitori e cavalli. Sua moglie si trovava in una stanza arredata con tappeti e quadri preziosi. Ma la felicità durò poco: la settimana seguente la moglie del pescatore prese a tormentarlo: “Dovrei essere una regina, altro che nobildonna! Chiedi al pesciolino d’oro di trasformarmi in una regina”.
E il pescatore tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino. Questa volta, lo ammonì: “Esaudirò il tuo desiderio, ma ricorda a tua moglie che nella vita bisogna sapersi accontentare di ciò che si ha. Ha già avuto molto e se chiederà qualcosa di più, perderà tutto.”
Il pescatore tornò a casa, che ormai era diventata un castello. Salì nelle stanze della moglie e le riportò le parole del pesciolino. Ma i suoi avvertimenti non bastarono: dopo qualche giorno, la moglie entrò in camera sua dicendo: “Non è possibile che io sia solo una regina; dovrei essere l’imperatrice di questo paese”. Ma non fece in tempo a finire la frase che la terra cominciò a tremare sotto i suoi piedi. In men che non si dica, il castello svanì e i due si ritrovarono nella loro capanna in riva al mare.
Il pesciolino si allontanò nuotando: “Grazie, sei un uomo saggio! Ma se ti dovesse mai servire qualcosa, fai un fischio e io arriverò”. Il pescatore tornò a casa e raccontò alla moglie del pesciolino d’oro. La donna lo rimproverò: “Che sciocco! Viviamo in una capanna. Avresti potuto chiedergli di costruire per noi un palazzo di mattoni, con un tetto come si deve. Anzi, vai a chiederglielo”.
Il pescatore, per evitare di sentire i capricci della moglie, tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino con un fischio: “A me non servirebbe, ma mia moglie ha chiesto un palazzo”.
“Non preoccuparti” rispose il pesciolino “torna a casa e scoprirai che ho già esaudito il tuo desiderio”. Il pescatore tornò a casa e al posto della sua capanna trovò un palazzo meraviglioso.
Ma la quiete non durò a lungo: dopo qualche giorno, la moglie cominciò a insistere: “Non mi va di essere una sempliciotta; chiedi a quel pesciolino di trasformarmi in una nobildonna”. E il pescatore, per evitare i capricci, andò in riva al mare e chiamò il pesciolino, spiegandogli il desiderio della moglie e chiedendogli di esaudirlo.
Quando tornò a casa, trovò un palazzo con servitori e cavalli. Sua moglie si trovava in una stanza arredata con tappeti e quadri preziosi. Ma la felicità durò poco: la settimana seguente la moglie del pescatore prese a tormentarlo: “Dovrei essere una regina, altro che nobildonna! Chiedi al pesciolino d’oro di trasformarmi in una regina”.
E il pescatore tornò in riva al mare e chiamò il pesciolino. Questa volta, lo ammonì: “Esaudirò il tuo desiderio, ma ricorda a tua moglie che nella vita bisogna sapersi accontentare di ciò che si ha. Ha già avuto molto e se chiederà qualcosa di più, perderà tutto.”
Il pescatore tornò a casa, che ormai era diventata un castello. Salì nelle stanze della moglie e le riportò le parole del pesciolino. Ma i suoi avvertimenti non bastarono: dopo qualche giorno, la moglie entrò in camera sua dicendo: “Non è possibile che io sia solo una regina; dovrei essere l’imperatrice di questo paese”. Ma non fece in tempo a finire la frase che la terra cominciò a tremare sotto i suoi piedi. In men che non si dica, il castello svanì e i due si ritrovarono nella loro capanna in riva al mare.
Aleksandr Pushkin